storia e memoria
di Massimo Pascolini
Furono dieci gli albanesi internati nella nostra città ed ospitati presso l'Albergo Capponi.
In questo piccolo intervento si intende approfondire il fenomeno della deportazione di sudditi italiani di origine albanese ad Umbertide durante la Seconda Guerra Mondiale. La ricerca è iniziata con la scoperta causale di un telegramma del Questore di Perugia al Podestà di Umbertide (1). Nel documento si parla della decisione del Ministero dell'Interno di assegnare al Comune 10 internati albanesi su cento arrivati in territorio italiano e temporaneamente ricoverati a Foggia.
Il telegramma del 27 dicembre 1940 elenca i comuni umbri che dovevano ospitare queste persone: Città di Castello n. 15, Città della Pieve n. 10, Gualdo Tadino n. 10, Gubbio n. 10, Marsciano n. 5, Nocera Umbra 20, Todi n. 10, Trevi n. 5, Umbertide n. 10. Nel 1938 con il R. D. n. 1415 del 18 luglio, il Ministero dell'Interno poteva disporre l'internamento di sudditi atti a portare armi o a svolgere attività dannose per lo stato. Nel 1940 tale decreto veniva esteso anche alle categorie di tutti quei cittadini considerati “pericolosi”.
L'internamento civile venne attuato in due tipologie. La prima, denominato “internamento libero (o in località)”, consisteva nell'obbligo di residenza in piccoli comuni di solito situati nelle regioni centrali e più disagiate della penisola. La seconda, denominata “internamento in campi di concentramento” prevedeva la collocazione delle persone in apposite strutture costituite da edifici riutilizzati o in veri campi di concentramento (2).
Nel gennaio del 1940, l'Ispettore Guido Lo Spinoso e suoi collaboratori effettuarono sopralluoghi per l'Italia centrale e meridionale alla ricerca di edifici per la realizzazione di campi di concentramento e di individuare località ove alloggiare gli internati liberi (3). Vennero selezionate le zone più disagiate e con una densità di popolazione molto bassa e con delle vie di comunicazione abbastanza disagiate, oltre ad essere zone di scarso interesse militare. L'Italia venne così divisa in cinque zone, con la Toscana che rappresentava la regione più a nord. L'Umbria venne inserita nella seconda zona assieme alle Marche.
Vennero effettuati sopralluoghi presso vari comuni umbri per ottenere informazioni circa la loro localizzazione, i loro abitanti, il loro clima (4). Fra i vari comuni visitati, particolare attenzione venne rivolta al comune di Montone, ove vennero individuate due strutture di proprietà del comune, ma bisognose di restauro. Altro comune visitato fu Pietralunga, ove si valutò l'edificio dell'ex convento di S. Agostino.
Nel 1939 i primi a subire tale trattamento furono i “sudditi albanesi”. Sicuramente molti si trovarono trasferiti in Italia senza capirne i motivi, mentre altri, forse erano appartenenti o sostenitori del movimento di resistenza albanese facente capo a “Enver Hoxa” (5). I pochi documenti ritrovati presso l'Archivio Storico del Comune di Umbertide ci restituiscono solo notizie sul loro nome. Vengono definiti “internati per ragioni politiche” che però non ci permette di capire quale effettivamente era la causa del loro arresto. Probabilmente erano stati rastrellati casualmente e dato che per la maggior parte si trattava di donne anziane o bambini, forse erano stati trasferiti a scopo di rappresaglia, senza motivi politici. Ad Umbertide vennero ospitati presso l'albergo Capponi gestito dal Sig. Roselli. Ricevevano un piccolo compenso (Lire 8 al giorno) versato dal Comune che poi veniva rimborsato dallo Stato. Erano sottoposti a severi controlli e non potevano intrattenere relazioni di nessun genere con la popolazione locale. Fra i documenti trovati (sei, compreso il telegramma) (6) abbiamo un elenco delle spese di vitto, alloggio, biancheria e dell'acquisto di calzature per il periodo 1°- 25 Marzo 1941. Il Comune spese per questo periodo Lire 2.000 per le spese di vitto ed alloggio oltre a Lire 120 per l'acquisto di 8 paia di scarpe di tela e gomma dal fornitore Tito Fanelli.
Questo l'elenco degli internati: Kagevranzti Maria di Vessilli e di Stravula di anni 63 proveniente da Kontza (Konitsa - Grecia), Karajàni Katerini di Karzs e di Vassilki di anni 55 proveniente da Kontza, Spiridula Bianca dÚJorzó e di Panaio di anni 35 proveniente da Kontza, Berthzótis Fotics di Atanasio e di Vassilki di anni 13 proveniente da Magi Konitza, Berthiotis Spirzdon di Atanasio e di Vassilki di anni 9 fratello di Fotics, Dreveni Aristea di Evangelos e di Janula di anni 35 da Magi Konitza, Vlako Maria di Anagnosti e di Katerina di anni 50 proveniente da Ixsuki, Malusce Kzsogali di Seduvà e di Semo di anni 67 proveniente da Argirocastro (Albania), Agati Giuvali di Krzsto e di Sorz'tu di anni 66 proveniente da Ponticati, Vassiliki Papadonzó di Krzsto e di Pascio di anni 80 da Serovante.
Al loro arrivo ad Umbertide le internate vennero perquisite e su due di loro vennero trovate somme di denaro che il comandante della Stazione Carabinieri di Umbertide consegnò al Podestà (2 gennaio 1940). All'internata Malusce Kisogali venne sequestrata la somma di Lire 116 in moneta greca, (un biglietto da Lire 50 ed il resto in moneta d'argento). Invece, all'internata Vassiloiki Papadonio venne sequestrata la somma di Lire 7,140 in moneta greca la somma era suddivisa in 3 biglietti da Lire 1.000, 8 biglietti da Lire 500, un biglietto da Lire 100 e Lire 40 in moneta d'argento. Le somme sequestrate vennero restituite alla proprietarie il 25 marzo. La ricevuta dell'avvenuta consegna venne firmata da una suora “Suor M. Felicita”. Sconosciuta è la loro partenza dal Comune di Umbertide.
1) ARCHIVIO STORICO COMUNE DI UMBERTIDE, (di seguito ASCU) Stato Civile, Classe 7, Fascicolo 1, 1942.
2) C. S. CAPOGRECO. I campi del Duce. L'internamento civile nell'Italia Fascista (1940 – 1943) ET Storia, Einaudi, 2019.
3) Ibidem
4) G. PERSICHILLI: Disposizioni, normative e fonti archivistiche per lo studio dell'internamento in Italia, (giugno 1940 luglio 1942), in Rassegna degli Archivi di Stato, 1978.
5) TRECCANI ON LINE. Enver Hoxa, (Albania 1908 -1985) Durante l'occupazione italiana organizzò la resistenza e nel 1941 partecipò alla creazione del partito Comunista Albanese. Fu prima presidente e poi primo ministro del governo albanese.
6) ASCU, Ibidem