storia e memoria
LE BOTTEGHE
LE BOTTEGHE
La popolazione, che viveva all'interno del territorio della Tenuta di Montecorona, riusciva ad alimentarsi con i prodotti dei campi e dell'orto, oltre che di quelli della stalla e del pollaio; alla bottega si ricorreva per i generi di prima necessità, come lo zucchero, il sale, l'olio e le spezie.
Le botteghe vendevano anche prodotti di merceria, di abbigliamento ed un po' di tutto; vi si poteva trovare pure il carburo per alimentare le "citilene" (apparecchi che servivano ad illuminare gli ambienti nella case, dove non era arrivata l'elettricità).
Gli scolari vi compravano le matite ed i quaderni per la scuola; le donne ago, fili per il cucito, saponi ed anche qualche paio di calze da mettere quando si andava a messa. Negli scaffali erano esposti in bella vista dei contenitori di vetro con dentro le caramelle: mi ricordo che quelli più gettonati contenevano i "topolini" e "le "rossane".
Non di rado, le botteghe avevano la licenza per vendere sali e tabacchi; in un banco a parte, facevano bella mostra di sé alcune marche di sigarette, tra l'altro poco vendute perché molti erano soliti arrotolarsi le sigarette con cartine e tabacco che tenevano in una scatoletta metallica: le cartine venivano vendute in questi negozi, mentre il tabacco, sotto forma di foglie essiccate, se lo procuravano di nascosto, perché proibito dalla legge, da amici e conoscenti che lo coltivavano.
Le botteghe fungevano anche da osterie e gli avventori non mancavano mai, specialmente nei giorni festivi: essi arrivavano per fare due chiacchiere e bere un bicchiere di vino. I negozi non avevano un orario fisso: aprivano la mattina all'alba e chiudevano quando non c'erano più clienti.
Tali rivendite erano sparse in un territorio vasto, da Colle di Montecorona a Santa Giuliana, da Pian d'Assino al Buzzacchero, dal bivio per Gubbio alla stazione di Montecorona ed a Palazzo Rosa.
A Colle di Montecorona anticamente lo spaccio era gestito da Egisto Sabbiniani; poi all'inizio del secolo scorso passò a Ginetta Andreani in Fagnucci, che lo condusse fino ad un'età avanzata: diceva che la bottega faceva parte di se stessa.
Nel periodo della seconda guerra mondiale, gli uomini erano partiti per il fronte e i familiari rimasti vivevano in condizioni economiche pessime. La Ginetta, donna di carattere ma fondamentalmente buona, viste le ristrettezze economiche di queste persone, continuava a dar loro, a credito, i suoi prodotti indispensabili, pur sapendo che non avrebbero mai avuto la possibilità di pagarli: il tutto veniva registrato a penna su un quaderno a quadretti dalla copertina nera.
Le persone di Montecorona furono sempre molto riconoscenti a questa generosa signora che, grazie al suo buon cuore, aiutò molte persone vissute in quei tragici momenti.
La bottega alimentare di Santa Giuliana venne gestita dalla famiglia Bonucci fino alla sua definitiva chiusura, avvenuta negli anni Sessanta.
Mi ricordo che la signora Angela partiva con un asino ed andava ad Umbertide a rifornirsi della merce, che vendeva poi nel suo negozio, e soprattutto di sale, indispensabile per le famiglie del luogo. Per fare ciò impiegava una intera giornata.
La bottega di Pian d'Assino fu gestita per molto tempo da "Peppino de Lello", in seguito dalla signora Maria Tacchi, rinomata per le sue favolose merende e per il buon vino.
La rivendita rimase aperta fino a qualche anno fa, fino alla morte di questa infaticabile signora.
La bottega di Buzzacchero fu gestita per tanti anni dalla signora Giannina Riccieri in Romoli, ancora ricordata da tantissime persone per la sua simpatia e generosità. La signora Giannina, in piedi davanti alla porta della sua bottega, invitava le persone, che camminavano a piedi lungo il rettilineo, ad entrare all'interno del pubblico esercizio con la frase: "Venite oh” (oltre).
La bottega alimentare della stazione di Montecorona venne gestita dalla famiglia Lisetti fino agli anni Settanta; oltre che rivendita per clienti del posto, era un punto di ristoro per tutti coloro che si spostavano in treno.
La bottega del bivio di Gubbio venne gestita per tanti anni dal signor Antonino, poi dalla figlia Gioconda, conosciuta anche dagli autotrasportatori che si fermavano volentieri per rifocillarsi.
La bottega di sale e tabacchi di Palazzo Rosa era fra le prime esistenti nel comprensorio di Montecorona; fu gestita per tanti anni dalla famiglia di Ulderico Fornaci.
di Giuliano Sabbiniani
(Dal suo libro “Montecorona – la Tenuta e la sua gente” – gruppoeditorialelocale, Digital Editor srl, Umbertide - 2021)